Dichiarazione di rispondenza piano cottura

Dichiarazione di rispondenza piano cottura

La dichiarazione di conformità, per i più svariati motivi, è il documento che spesso manca sugli impianti più datati. Se il documento dovesse mancare è possibile sostituirla con la dichiarazione di rispondenza.

La dichiarazione di rispondenza è redatta da un professionista iscritto all’albo professionale o dal responsabile tecnico di un’impresa e sostituisce, per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del D.M. 37/2008, la dichiarazione di conformità.

Per la compilazione della dichiarazione di rispondenza su impianti alimentati a combustibile gassoso per uso domestico potremmo fare riferimento alla norma UNI 10738, una guida per la verifica dell’idoneità al funzionamento in sicurezza.

La norma tratta esclusivamente gli aspetti di verifica degli impianti e pertanto non può essere utilizzata come norma di progettazione, anche se per molti aspetti risulta molto simile alla norma di installazione relativa, la UNI 7129.

La norma si estende a tutti gli impianti in esercizio, indipendentemente dalla data della loro entrata in servizio, con l’unica eccezione che non si applica agli impianti o parti di essi soggetti all’applicazione del Decreto Ministeriale del 12 aprile 1996 (Impianti termici di portata termica complessiva maggiore di 35 kW).

Basandosi su suddetta norma non è difficile verificare l’idoneità del locale di installazione di un apparecchio di cottura, ricordando velocemente che, come una caldaia, l’apparecchio di cottura necessita di un apertura di ventilazione destinata alla combustione e un’apertura destinata all’evacuazione dei prodotti della combustione “vapori o fumi”.

La ventilazione può essere diretta, tramite aperture o condotti di ventilazione comunicanti direttamente con l’esterno, o di tipo indiretta, dove l’aria necessaria alla combustione viene prelevata da un locale adiacente al locale di installazione del piano di cottura per mezzo di aperture permanenti, allo scopo può essere anche sfruttata la fessura tra la porta e pavimento.

Nel caso di ventilazione di tipo indiretto, il locale adiacente deve rispettare alcuni requisiti:

  • essere dotato di aperture di ventilazione diretta;
  • non deve essere un locale a pericolo di incendio o adibito a camera da letto, bagno o doccia;
  • non devono essere presenti apparecchi di tipo A;
  • non deve essere in depressione rispetto al vano da ventilare;
  • non deve essere un vano comune condominiale.

Essendo la ventilazione necessaria alla combustione, va da se che le dimensioni dell’apertura saranno direttamente proporzionali alla potenza dell’apparecchio installato, più precisamente si ritiene idonea un’apertura con superficie libera maggiore di 6 cmq per ogni kW di potenza installata con un minimo di 100 cmq. Nel caso sia presente un condotto di ventilazione, questo deve avere una superficie minima di 9 cmq per ogni kW di potenza installata.

Ventilazione piano cottura
Sistema di ventilazione ed esalazione prodotti della combustione per il piano cottura

A titolo esemplificativo, un apparecchio di cottura di 12 kW deve essere dotato di un apertura di ventilazione di almeno 100 cmq, nel caso in cui la ventilazione sia garantita da condotto di ventilazione la superficie deve essere almeno di 108 cmq.

Se l’apparecchio di cottura è privo di dispositivo di sorveglianza di fiamma la superficie libera deve essere di almeno 12 cmq per kW di potenza con un minimo di 200 cmq.

Nonostante tutte queste disposizioni il locale d’installazione di un apparecchio di cottura, dotato del dispositivo di sorveglianza di fiamma, può non essere provvisto dell’apertura di ventilazione purché sussistano le seguenti condizioni:

  • L’apparecchio di cottura sia di portata termica inferiore a 11,7 kw;
  • nel locale non vi siano installati apparecchi a gas, ad esclusione degli apparecchi di tipo C (a camera stagna);
  • il locale sia dotato di porte o finestre apribili e prospicenti verso l’esterno;
  • il locale sia dotato di idoneo sistema per l’evacuazione dei prodotti della combustione;
  • il locale abbia un volume di almeno 20 mc (corrispondenti in pianta ad una superficie di circa 7,5 mq).
Aerazione piano cottura
Assenza dell’apertura di ventilazione

Dopo aver chiarito gli aspetti da verificare in termini di ventilazione è doveroso analizzare la la parte riguardante l’areazione del locale. Il locale di installazione dell’apparecchi di cottura deve essere aerabile e dotato di sistema per l’espulsione dei vapori/prodotti della combustione.

L’evacuazione dei vapori e dei prodotti della combustione può essere ottenuta mediante uno dei seguenti metodi:

  • cappa a tiraggio naturale
  • cappa a tiraggio forzato
  • aspiratore elettrico (elettroventilatore)
  • areazione di tipo diretto

In presenza di una cappa questa deve essere collegata a camino singolo, canna fumaria collettiva ramificata, condotto intubato o collegata direttamente all’esterno, la cappa a tiraggio forzato è da intendersi con ventilatore funzionante per l’intero utilizzo del piano cottura.

L’ultimo punto, areazione di tipo diretto, i prodotti della combustione sono essere evacuati mediante due aperture una di ventilazione e una di areazione. L’apertura di ventilazione deve essere di tipo diretto. L’apertura di areazione deve essere diretta, di almento 100 cmq oppure effettuata mediante condotto di areazione di almeno 150 cmq, inoltre affinché si possa ritenere indicato il sistema formato da una doppia apertura ventilazione + areazione l’apparecchio di cottura deve avere una potenza inferiore a 11,7 kW e la portata termica complessiva dell’apparecchio di cottura e eventuali apparecchi di tipo A installati nel medesimo locale deve essere inferiore a 15 kW.

Analizzati e verificati questi aspetti è possibile procedere con la compilazione di rispondenza, almeno per la parte riguardante l’idoneità del locale di installazione dell’apparecchio di cottura.

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