Direttiva ERP, punto della situazione sugli impianti termici

Direttiva ERP, punto della situazione sugli impianti termici

A settembre 2015 sono entrati in vigore alcuni dei regolamenti, specifici per gli impianti di climatizzazione, derivati dalla direttiva ERP: sui requisiti di progettazione ecocompatibile degli apparecchi connessi all’energia; direttiva che si poneva l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica del 20%, riducendo le emissioni in atmosfera del 20% e aumentare l’utilizzo delle fonti rinnovabili del 20%.

Per raggiungere lo scopo prefissato i regolamenti attuativi affrontano tematiche distinte, la prima volta a spingere verso una progettazione ecocompatibile degli apparecchi, la secondo volto a trasferire all’utente finale un chiaro messaggio sulle caratteristiche energetiche degli apparecchi (etichettatura energetica).

La progettazione ecocompatibile degli apparecchi coinvolgeva, e coinvolge, i produttori degli apparecchi, con diversi steps temporali, ma di grossa valenza anche per gli installatori.

 

SETTEMBRE 2015, SOLO CONDENSAZIONE

Le prime misure attuate sugli apparecchi destinati agli impianti di climatizzazione risalgono all’anno 2015,

in agosto furono messi al bando i circolatori classici a vantaggio dei circolatori a giri variabili, nel settembre  2015 agli apparecchi a combustibile con potenza termica nominale minore di 70 kW, fu imposta un’efficienza media stagionale minima del 86%, unica eccezione per le caldaie a camera tiraggio naturale a camera aperta, immesse in commercio esclusivamente per la sostituzione di apparecchi allacciati a canne collettive ramificate.

Questi limiti hanno vietato l’immissione in commercio di caldaie tradizionali alimentate da combustibile gassoso, ne era permessa l’installazione solo a quelle macchine entrate all’interno della comunità europea prima del 26 settembre.

La limitazione riguarda solo l’Unione Europea, furi dall’Unione le caldaie tradizionali continuano ad essere prodotte, l’importatore (persona fisica o giuridica) che è tenuto a garantire che il fabbricante abbia adempiuto correttamente ai propri obblighi e garantisce la conformità dei prodotti importati, quindi tenuto a bloccare l’immissione sul commercio di apparecchi non conformi, pena sanzioni piuttosto rilevanti.

Al fine di sensibilizzare l’utilizzatore finale, da settembre 2015, è stato introdotto l’obbligo di dotare gli apparecchi di un etichetta energetica che indica il consumo d’energia degli apparecchi garantendo ai consumatori la disponibilità di accurate informazioni comparative, agevolando la scelta verso prodotti e impianti più performanti.

 

2017, ETICHETTATURA ENERGETICA APPARECCHI ALIMENTATI A BIOMASSA, NUOVI LIMITI ACCUMULI ACQUA CALDA

A circa due anni (aprile 2017) dall’introduzione dell’etichettatura energetica per apparecchi di riscaldamento d’ambiente, è stata introdotta anche l’etichettatura per generatori a combustibile solido, prima esclusi.

Nel settembre 2017, un secondo importate steps della direttiva ha richiesto miglioramenti d’efficienza su apparecchi a pompa di calore che sugli apparecchi destinati al riscaldamento dell’acqua, ma soprattutto su serbatoi per l’acqua calda è stato fissato un limite massimo di dispersione con il risultato dell’eliminazione dal commercio di tutti i serbatoi con classi più scadenti della classe C, a vantaggio di accumuli ben coibentati e con basse dispersioni.

SETTEMBRE 2018, NIENTE PIU’ CAMERA APERTA

Le novità di maggior rilievo, ma soprattutto inerenti al prossimo futuro sono le ulteriori limitazioni previste per settembre 2018, quando gli apparecchi potranno essere immessi sul mercato europeo solo se con basse emissioni di ossido di azoto, la limitazione che riguarda sia caldaie, che scaldacqua.

Questi limiti sono già oggi sono rispettati per le caldaie alimentati da combustibili gassosi a condensazione, ma sarà praticamente impossibile riuscire a rispettarli dalle caldaie a tiraggio naturare (disponibili sul mercato solo per sostituzione in canne collettive ramificate), sarà così il 2018 l’anno in cui le caldaie a tiraggio naturale, come le conosciamo, usciranno dal mercato.

 

DAL 2020 LIMITAZIONE PER I GENERATORI ALIMENTATI A BIOMASSA

Nei prossimi anni i limiti saranno più rigidi anche per i generatori alimentati a biomassa, dal 2020 i rendimenti minimi interesseranno le caldaie e dal 2022 gli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente locale quali stufe, termocucine, ecc.

Dal 2022 oltre ai limiti di rendimento, avremo limiti massimi sul particolato, sui composti gassosi organici, sul monossido di carbonio e ossidi di azoto.

Ognuno degli aspetti sopra trattati fa capo a specifici regolamenti europei tutti derivati alla direttiva-quadro che regolamenta da tempo e regolamenterà tutti i prodotti che utilizzano energia, tale direttiva rappresenta un’importante iniziativa per migliorare l’efficienza energetica in maniera veramente significativa, i i primi risultati in termini di riduzioni di C02 sono già stati raggiunti.

 

 

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